Nella lotta al contrasto del Covid -19, la regione Marche diventa, con un vasto studio sulla ventilazione meccanica controllata (VMC) , regione pilota italiana ad avere investito nella salubrità dell’aria all’interno delle scuole.
Da uno studio condotto dalla Fondazione David Hume in collaborazione con la Regione Marche, gli impianti di Ventilazione meccanica controllata (VMC), installati in un ambiente chiuso abbattono più dell’80% il rischio di infezione da Sars CoV-2. L’indagine, svolta dal 13 settembre 2021 al 31 gennaio 2022, ha coinvolto 10.441 classi marchigiane, di cui 10.125 senza impianto e 316 con impianto VMC.
Per garantire lo svolgimento dell’anno scolastico il più possibile in presenza, la Regione fin dal gennaio 2021 ha investito risorse proprie come, 9 milioni di euro, per installare impianti di VMC nelle scuole marchigiane e ha destinato ulteriori 3 milioni per dotare le aule di sanificatori. I migliori VMC, come i sanificatori, sfruttano il principio di abbattimento delle cariche microbiologiche attraverso la tecnologia UV-C.
“Lo studio ha evidenziato che l’impatto della VMC – ha dichiarato il professor Luca Ricolfi, presidente della Fondazione Hume – nell’abbattere la carica virale nell’aria, è molto forte e statisticamente rilevabile. Ma il risultato più significativo registrato è quello dell’impatto della VMC: maggiore è il ricambio dei volumi dell’aria, maggiori sono i risultati della riduzione della contaminazione. Quindi non basta mettere un apparecchio VMC, ma occorre collocarne un numero di portata massima adeguata. Si è visto poi che le classi più numerose hanno un rischio individuale sensibilmente più alto del 30-40% di contaminazione rispetto a quelle piccole. Il fattore di abbattimento assicurato dalla VMC è paragonabile a quello del vaccino. In sostanza la VMC, ben fatta, ha una capacità di contenimento della circolazione del virus doppia rispetto al vaccino”.
“Quella portata avanti dalla Regione Marche è un’iniziativa virtuosa a livello nazionale – così il professor Giorgio Buonanno docente di Fisica Tecnica Ambientale all’Università di Cassino e alla Queensland University – La VMC è l’unico modo ingegneristico per ridurre il rischio di contaminazione al chiuso. L’errore commesso nella gestione della pandemia è stata quella di considerare la trasmissione del virus solo legata alla diffusione tramite droplet che non sono altro che grosse particelle che cadono in prossimità delle persone infette, contrastata con distanziamento e lavaggio delle mani. Misure che da sole non funzionano perché esiste un terzo meccanismo, ben più importante, che è quello dell’aerosol (goccioline piccole invisibili). Negli ambienti chiusi è quindi essenziale affidarsi alla ventilazione controllata che assicura risultati migliori”.
Utilizzando VMC nelle scuole, si potrebbe ridurre il tasso di Incidenza di contagi da 250 a 50 casi su 100.000 persone. Questi dati sono quindi assimilabili ad altri casi di studio svolti in ambienti con presenti sanificatori UV-C
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